L'ORA DELL'OMBRA ROSSA (Il Mucchio N°689)
(di Federico Guglielmi)
Per pubblicare con tutti i crismi (ricca confezione digipak pieghevole più libretto), quello che è il suo quarto album in assoluto e il terzo di un percorso a proprio nome avviato con Magnifico (2007) e proseguito con Città Invisibili (2010), Germano Boanveri non si è nemmeno preso la briga di inventarsi una pseudo-etichetta. A contare sono le canzoni e le undici qui messe in fila dal musicista bolognese, ciascuna idealmente legata a una carta dei Tarocchi di Marsiglia, parlano da sole, con il ricercato eclettismo delle soluzioni strumentali e con la preganza delle parole - esplicito e imbevuto di cultura, ma mai retorico, il messaggio sociale - interpretate con un'enfasi in linea con la teatralità dell'insieme. Un appassionato, avvincente esempio di cantautorato 'alto', sospeso fra rock, folk, e "classicità": qualcuno lo riterrà magari troppo concettuale e un pò bizantino, ma sullo spessore non c'è nulla da discutere.