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Il "Poeta Contemporaneo" torna a far sognare il pubblico

Di GENZIANA RICCI (vai al sito)

Un cantautore dotato di grande capacità di comunicazione con il pubblico. Germano Bonaveri è salito sul palco del Teatro delle Celebrazioni il 9 marzo 2010 presentando il nuovo album "Le città invisibili". Un concerto scandito da molte emozioni e da sonorità ritmiche, in onore alla migliore tradizione musicale italiana.

Non appena appaiono i musicisti sul palco il pubblico scoppia in un applauso. Si tratta del concerto "Le città invisibili TOUR 2010" di Germano Bonaveri tenutosi presso il Teatro delle Celebrazioni di Bologna il 9 marzo 2010, in occasione del quale l'artista presenta il suo nuovo, attesissimo ed omonimo album.
Il brano col quale apre il concerto è proprio "Le città invisibili", ispirata al capolavoro di Italo Calvino, con la quale ripercorre i momenti biografici dello scrittore intrecciandoli con l'atmosfera irreale del libro.
E poi a seguire gli altri brani: "Danza", "Controvento", "Miraggi", "Clandestino", "Onde", "Il Ragno", "Inverno", "Lettera al figlio", "Natale". Sono tracce di vita e riflessioni sulla diversità, l'era tecnologica, la solitudine e la paura del domani, sull'esistenza e la resistenza, l'amore che fugge, la libertà e la consapevolezza.
Alcune di esse sono state composte sulle musiche di alcuni dei componenti del suo gruppo. Un gruppo di musicisti talentuosi, col quale Bonaveri dimostra una notevole sinergia: Antonello D'Urso (chitarra), Nicola Morali (pianoforte), Luca De Riso (basso), Gabriele Palazzi Rossi (batteria).
Non sono mancati brani tratti dai precedenti album che hanno coinvolto il pubblico in una giostra di emozioni infinita, poiché le canzoni di Germano Bonaveri sono in grado di avvicinarsi incredibilmente alla quotidianità di ognuno di noi, coinvolgendo tutte le nostre vite.
Alcuni sono un omaggio alla migliore tradizione musicale italiana, alla musica di De Andrè o Guccini. In altri riconosciamo la melodia del jazz, ritmi sudamericani, folk o blues.

La presenza di Bonaveri sul palco infonde nelle persone un senso di benessere emotivo e di libertà infiniti. Il cantautore accompagna le sue canzoni con mimica, gestualità ed una bellissima voce, forte e decisa. Nelle sue canzoni e nella sua musica è riconoscibile un "Poeta Contemporaneo", che non ha timore ad esprimere in modo spontaneo le sue riflessioni sulla società di oggi, senza dimenticare i sentimenti e le emozioni che accompagnano da sempre l'esistenza. Questo poeta della vita ha tantissimo da dire e sa come farlo con estrema naturalezza e originalità.

E posso garantire che, alla fine del concerto, scendere da quella "giostra" incantata, fatta di esperienze di vita, sogni ed idee è stato molto duro.

Un ringraziamento al Teatro delle Celebrazioni, in particolare Valentina Zerbini, per il gradito invito all'evento e la consuetà disponibilità. Inoltre allo staff di Germano Bonaveri, in particolare Patrizia Muzzi, per la grande professionalità e disponibilità dimostrate. Infine a Germano Bonaveri ed ai componenti del gruppo, per le emozioni che spontaneamente ci hanno regalato.

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Da REPUBBLICA del 09/03/2010

Teatro Celebrazioni
Bonaveri: "Con i poeti canto le città invisibili"
(Gianni Gherardi)

GERMANO Bonaveri entra nelle "città invisibili" col suo nuovo disco e lo presenta stasera al Teatro delle Celebrazioni (ore 21, 13 euro, info 0516153370). Dividerà il palco con Antonello D'Urso chitarra, Nicola Morali pianoforte, Luca De Riso basso e Gabriele Palazzi Rossi batteria. Per il 42enne cantautore bolognese con voce profonda da vero interprete, la critica ha avuto giuste parole di elogio, tanto da paragonarlo a De Andrè e Guccini («Sono onorato di essere classificato in quel filone perché significa che riesco a comunicare dei contenuti» dice), ma nel suo universo espressivo trovano posto anche i poeti italiani, tanto che nel brano che dà il titolo al disco c'è un richiamo a Calvino: «Vero, ma c'è' un richiamo in tutto il disco al tema dell'invisibilità da vari punti di vista, intesa come quella coatta a cui sono costretti quelli che non appartengono a nessun circo mediatico o politico, ma anche quella che è determinata dall'indifferenza in cui ognuno si nutre del proprio egocentrismo e si preoccupa solo di sembrare. E' più un lavoro sull'invisibilità. Ma i miei maestri sono anche i grandi poeti italiani da Carducci in poi, fino a Ungaretti, ma anche Pessoa e Marquez. Chi considero ineguagliato nei testi, sembrerò blasfemo ma non è secondo nemmeno a Dylan, è lo Springsteen fino a metà anni `80''.
Di Bologna, Bonaveri dà un giudizio dolceamaro: «E' una città strana. Paradossalmente ho richieste di concerti dall'Inghilterra e dalla Francia ma suonare nella mia città è da sempre un'impresa epica. Più facile che mi chiamino a 500 km di distanza ma qui se tolgo quei due locali che mi conoscono storicamente è quasi impossibile suonare. Bologna ha un grande potenziale culturale ma le leve sono in mano a poche persone.
Credo ci debba essere un forte richiamo ad una nuova Resistenza, perlomeno culturale, e anche per questo ho in mente alcuni progetti con l'Anpi».

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Da AGI: GERMANO BONAVERI IN CONCERTO A BOLOGNA PRESENTA IL NUOVO CD

Trascrivo da AGI (Agenzia Giornalistica Italiana):

(AGI) - Roma, 8 mar. - Nuovo album per Germano Bonaveri. Domani sera al Teatro delle Celebrazioni, a Bologna, il cantautore presentera' in anteprima al suo pubblico "Le citta' invisibili", il nuovo disco che uscira' nei primi giorni di aprile su etichetta Warner/Fabbrica di Parole & Musica.
Undici brani, piu' un recitato, che recano un tributo all'invisibilita'.
"L'omaggio a Calvino sta solo nel titolo - spiega Bonaveri - per il resto il disco e' dedicato agli invisibili, a tutte quelle persone costrette all'immaterialita' perche' sconosciute, perche' non inserite nel circo mediatico e di potere, perche' marginalizzate dall'egocentrismo di quest'epoca". Questo terzo album di Bonaveri, dedicato al padre ("che oggi sorriderebbe compiaciuto") e a Beppe Quirici ("che avrebbe voluto seguire anche questo progetto, se il suo tempo fosse stato magnanimo") ha tre brani attorno a cui ruota: sono "Natale", "Lettera al figlio" e "Clandestino". Lasciamoli spiegari a Bonaveri. "In 'Natale' affronto l'invisibilita' in chiave di sofferenza, penso alla vecchiaia oggi vissuta come malattia da nascondere e a quanto si differenzia dal concetto affermato nell'antica Grecia. 'Lettera al figlio' presta attenzione alla parte infantile che c'e' in ognuno di noi, mentre 'Clandestino' osserva le gesta dei tanti disperati alla ricerca del nuovo mondo. Mi colpisce poi l'etimologia della parola clandestino.
Qui da noi: significa 'chi sta in agguato nell'ombra e odia la luce'. In Francia, piu' civilmente, li chiamano 'senza documenti'". L'album, arrangiato da Bonaveri, D'Urso e Bruno, apre la strada a un tour teatrale che avra' due date in Europa e a una serie di showcase su e giu' per l'Italia che toccheranno librerie e centri commerciali. E poi c'e' un progetto lontano dal mondo della musica. "Ho in programma un libro di racconti scritto a quattro mani", fa sapere Bonaveri che aggiunge: "sta crescendo bene, da subito me ne sono innamorato".

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La Stampa 27/08/09

Un articolo de "La Stampa" del 27/08/09 in occasione del concerto a Castagnole delle Lanze per il CONTRO Festival. CLicca sull'immagine per leggere l'articolo.


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Grazie a Isa .

Che dire? Un articolo che mi ha procurato una sensazione di riconoscenza, perche' dimostra che si puo' ancora sperare e pensare di fare musica d'autore (sia un tributo che un concerto delle cose che scrivi) e trovare qualcuno attento, appassionato e partecipe che vede invece di guardare, ascolta invece di capire. Grazie :)

Per chi volesse leggere, posto articolo e link del sito, raggiungibile cliccando qui

Germano Bonaveri,

un'infinita idea di libertà e di originalità

Se ci sono alcuni che aspettano la pioggia per non piangere da soli, ce ne sono invece altri che quando piove e tanto come venerdì scorso 10 luglio piangono e si disperano.

Presto detto il perché. Le feste all'aperto e gli incontri musicali quando piove vengono malissimo, anzi non vengono per niente e risultano regolarmente annullati e rimandati a data da destinarsi. Un simpatico modo di dire per non agitare la gente e tenerla sospesa in un limbo indolore. Tutti hanno piena consapevolezza nel profondo che, poi, queste date, una volta perse, non si ri-destinano mai...

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Gli schiaffi in faccia di Germano Bonaveri

Pubblicato da Lucaniart

Un po’ di tempo fa, nei miei vagabondaggi musicali, mi sono imbattuto credo in una raccolta di Germano Bonaveri e i Resto Mancha. La ascoltai, mi colpì molto e la lasciai, metaforicamente a fermentare pensando che come il mosto avrei dovuto aspettare che diventasse buon vino. Ho aperto la cantina, l’ho assaggiato e quella che era stata solo un’impressione si è trasformata in una certezza. Dal mosto è fuoriuscito dell’ottimo vino! E questo mi permette di ringraziare chi con me condivide quest’ottimo vino, mi riferisco alla padrona di casa: Maria Pina Ciancio! Ma dopo aver degustato, passiamo ad un’analisi un po’ più approfondita del sapore, del gusto, del contenuto di questo vino, onde evitare che poi alla fine ci si ubriachi di solo odore! Leader del gruppo “Resto Mancha”, Germano Bonaveri, emiliano doc esordisce nel 2007 come solista con un album dalle forte tematiche sociali “Magnifico”, tra brani dal sapore etno – folk molto ritmati e venature jazz con virate dal tocco cantautoriale che si alzano potenti e forti in versi come: “Sarà che un telegiornale/non può convincermi fino in fondo/e ormai ci sembra normale/qualunque guerra di questo mondo/”, oppure “Sarà che un’ altra umanità/altrove ha fame davvero/e noi facciamo la guerra/per un fottuto barile di oro nero”. Le canzoni di Bonaveri parlano di influenza della televisione e della politica sulle nostre vite, invitandoci a rompere gli schemi, da un lato cercando di riconoscere le diversità o le differenze, da un altro lato invitandoci alla partecipazione. Canzoni di resistenza dunque, perché esprimono una volontà di non adeguarsi ai parametri comuni di un vivere veloce. leggero ed alla moda (fast, easy, trendy!) e che si ergono contro i filosofi all’acqua di rose, contro gli opinionisti presenzialisti, contro gli psicologi pressappochisti, contro appunto quel pensiero comune che ha bisogno di capri espiatori su cui puntare il dito per alleggerire la propria coscienza, per sentirsi amati ed amabili, rispettati e rispettabili. Canzoni nate per comunicare, per inviare messaggi diretti e precisi.

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Davidia, storie di un cuore qualsiasi

Dal sito di Davidia

Bonaveri & Co.
Teatro Tortona 14 marzo

Germano Bonaveri ha cantato de André.
Si fa presto a dire "le cover di de Andrè", certo.
Eppure il vero artista cosa fa: canta le canzoni di altri senza la più piccola velleità ad avvicinarsi all'originale.
La bravura sta nella capacità interpretativa che non è data a tutti ma a Bonaveri sì.
Di questo siamo stati tutti convinti e non ci è voluto davvero molto per capirlo perché già dal primo attacco di Prinçesa è stato tutto chiaro come il sole: questo cantautore le qualità migliori che un artista possa avere le ha: originalità, bella voce, gestualità. Tutto.
De Andrè avrebbe fatto "chapeau"? Chi lo sa, ma il pubblico è rimasto davvero estasiato dalla performance e questo è ciò che un interprete si aspetta, il risultato migliore.
E poi che dire della band - i Resto Mancha (bravissimi) - supportata dalla presenza di un fantastico Mario Arcari che con de André ha lavorato a più riprese e che, quella sera sul palco, aveva il volto divertito di un bambino.

La cornice allo spettacolo è stato davvero di grande pregio: provare per credere.
La serata ha registrato il tutto esaurito.
Ideatore della serata un grande Alberto Bazzurro supportato dal Club Tenco.

Che ringraziamo.

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Germano Bonaveri a Tortona l’è mèj che Arisa a San Remo - ma di tanto, veh

Vai all'articolo di Giovanni Choukhadarian (Blog su KATAWEB)

Perché, agnolotte mie e non de la ventura, dopo tot giorni e settimane di 59esimo Festivàl della canzone italiana, a uno magari gli vien pure voglia di decomprimersi quel tot. E allora quale posto migliore di Tortona, patria del Perosi, che il cielo l’abbia in gloria, e del mè amìs Alberto Bazzurro? Nessuno, in fatto, e meglio poi se l’occasione è un concerto in onore di Fabrizio De André, tenuto da Germano Bonaveri e i suoi prodigiosi Resto Mancha...

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Da AGI per De Andre'

Bonaveri puo' essere definito l’erede di Guccini. Anche lui emiliano, calca un crinale composito che lo fa navigare tra De Andre’, Gaber e il Guccio. Sempre impegnato in concerti ma anche in tributi a Faber, Bonaveri sta lavorando alla realizzazione del suo terzo album, dopo i buoni riscontri ottenuti da “Scivola via” e da “Magnifico”. A quest’ultimo disco, pubblicato nel 2007, hanno collaborato musicisti come Beppe Quirici e Mario Arcari.

(di Germano Bonaveri) - Benvengano le celebrazioni di Faber. Benvengano oggi e va bene anche se gli stessi che adesso lo acclamano sono gli stessi che ieri esaltavano e domani esalteranno (appena si spegneranno le luci del circo) la musica usa e getta . Benvenga che le radio spazzatura dei grandi network dimentichino per un attimo i diktat degli x-factoriani e trasmettano Giugno '73.

Benvenga la denuncia del bisogno di ritrovare quel modo di fare musica: fosse vero. Io non so cosa farebbe De Andre' oggi, se fosse qui tra noi. A me viene in mente il Gaber di "Io se fossi DIo": metterebbe un sacco di distanza tra se' e questo mondo voltagabbana. Starebbe con le vittime di questo mondo: concerti su concerti. Non si rimpianga De Andre' con l'hit parade in tasca e la penna attenta a non ferire le suscettibilita' di qualcuno che conta. Si rimpianga con un po' di silenzio ogni giorno, tutti i giorni.

Si rimpianga l'intelligenza indipendente, che oggi e' merce cosi' rara da meritare di essere ricordata con altrettanta forza accanto a Fabrizio. In ultimo, benvengano le celebrazioni di Faber, se contribuiranno a farlo conoscere meglio a chi e' molto giovane e che magari sara' cosi' entusiasta della vita da innamorarsene.

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