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MUSICALIBERA è l'espressione della volontà di alcuni artisti di mantenere viva nelle piazze e nelle vie del nostro paese la musica, quella suonata dal vivo.
E' la volontà di portare un CONCERTO vero e proprio, fatto da grandi professionisti, senza dipendere da quella trafila di manager, promoter, organizzatori che solitamente finiscono per fare lievitare i costi a livelli inaccessibili, senza che questo si traduca poi in un maggiore compenso per le persone che poi stanno in trincea a lavorare: gli artisti.
E' l'idea che il nostro compenso debba venire dal valore intrinseco della nostra esibizione, dall'impatto emotivo che sapremo suscitare nel pubblico che poi deciderà se riconoscerci un contributo in denaro a fronte del nostro lavoro.
E' l'idea che un Comune possa fornirci gli strumenti minimi per fare questo concerto:
- Permesso di occupazione del suolo pubblico
- Usufrutto gratuito della corrente
- Permesso per accedere col nostro furgone sul luogo del concerto
- Gestione pratiche SIAE
E' insomma l'idea che la musica dal vivo non sia solo l'espressione del martellamento mediatico dei reality e dei grandi canali di comunicazione di massa, non sia solo un pretesto per vendere qualcosa (che sia una birra o dei gadget da mercatino) e soprattutto NON SIA un modo come tanti per fare business.
Liberi dalle sovrastrutture che dominano il mondo della musica dal vivo, possiamo arrivare nella vostra città, fare il nostro concerto, e se sarete soddisfatti, pensare anche che riceveremo un compenso al nostro sforzo proprio dalle persone che questo sforzo vivono e condividono.
Vogliamo che la musica dal vivo e l'arte in genere tornino ad essere fruibili da tutti, nelle piazze e nelle strade, e che se un compenso debba esserci, debba essere riconosciuto a coloro i quali stanno sul palco producendo bellezza, cercando di divulgarla e creando momenti di vera aggregazione culturale e sociale.
E se le persone capiranno questo e ci sosterranno in questa avventura avremo segnato un punto importante: avremo fatto passare l'idea che esiste uno spazio, seppur piccolo, dove è ancora possibile fare l'arte per l'arte, senza per forza assoggettarsi alla legge di un fantomatico mercato che pretende di cannibalizzare il nostro gusto ed il nostro sentire, imponendoci modelli stereotipati.