MIO CARO PRESIDENTE. (Testo e musica Bonaveri)
Io qui non posso entrare.
Non ho il lasciapassare.
Signorno, nossignore.
Non posso lavorare.
Non ho il lasciapassare.
Tu non sei migliore di me.
Tu non puoi
comprimere,
costringere,
discriminare.
Tu non puoi escludere,
rinchiudere,
decidere.
La storia ci ha insegnato che quando i popoli
barattano la propria libertà
in cambio di promesse di ordine e tutela,
gli avvenimenti prendono una piega distruttiva
Non è più il momento di affidarsi alla parola
lasciandosi portare come barche alla deriva,
è arrivato il tempo in cui, mio caro presidente,
la storia verrà scritta dal volere della gente.
Donne, uomini,
un popolo intero
ha deciso del proprio futuro.
Come un fiume che travolge
inondiamo le città
per riprenderci la libertà.
Come il vento spazza via le nuvole
nel cielo
così
ci bastò rialzare il capo e dire no
davvero.
Donne, uomini,
un popolo intero
ha deciso del proprio futuro.
Come un fiume che travolge
inondiamo le città
per riprenderci la libertà.
La gente come noi,
La gente come noi,
vedrai, non molla mai.
Mai.
La gente come noi
la gente come noi
lo sai, non molla mai,
mai.