Un bagliore nelle tenebre
si fa strada dentro me.
Tinge il candore che l'inverno portò
una rossa lacrima.
Impatta e spande, sembra quasi nuvola:
tra un momento gelerà.
(Faol, ferito, lentamente scivola
nell'oscurità)
Il cacciatore che la notte illuminò
non si fermerà:
l'ombra scarlatta che la neve disegnò
fino a te lo condurrà.
Corri Faol non farti prendere:
corri Faol fino al mattino.
(Il faggio cede foglie per nascondere
le tracce porpora del suo cammino).
Un tasso indugia e resta immobile
annusando la foschia,
corri Faol, ch'è inevitabile,
sanguinare nella via.
Corri Faol e non ti chiedere perché,
nè se un giorno finirà.
Non domandare, che risposte non ce n'è:
questa è la realtà.
Tutto appare ineluttabile,
quanto inutile il fuggire.
Sotto al faggio secolare
mi posai per poi morire.
Sul più alto dei suoi rami
il mio spirito dimora:
guardo transitare le stagioni
ululando come allora.