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BlogFoolk: recensione de LA STAFFETTA

di Daniele Cestellini

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Schermata 2015-05-15 alle 21.50.37"La staffetta” è il titolo del nuovo album di Bonaveri, cantautore raffinato e profondo. Soprattutto autore di testi articolati, compressi dentro un andamento generale che lo lega ai grandi nomi della tradizione cantautorale del nostro paese (“Guerra”).
Sul piano musicale l’album – composto di undici tracce – si presenta come sostanzialmente tradizionale, in quanto Bonaveri fa riferimento a una formazione classica.
Dalla quale non emergono suoni particolarmente elaborati, nonostante il tessuto sonoro risulti equilibrato, sia sul piano degli arrangiamenti che delle atmosfere legate ai contenuti testuali (“La procedura”). Come anticipato, ciò che fa la differenza – e che pone Bonaveri su un livello di produzione molto alto – sono senz’altro i testi e le immagini che evocano (“La staffetta”).

In alcuni casi si ha la sensazione che non si possa far altro che ascoltare l’incedere del racconto, senza distrarsi e lasciare passare le parole (“Autodaf?”). Ogni brano è come la pagina di un libro e, nell’insieme, il racconto del cantautore bolognese è assolutamente contemporaneo, presente. Come una cronaca. Anche quando le parole si infilano dentro una prospettiva più personale o particolarmente complessa (“Sodibor”).

In un quadro così articolato non manca il sogno, l’immaginario, il riflesso di una dimensione più eterea, inquadrata in un suono più indefinito, attraversata e alleggerita da immagini poetiche più semplici ma non effimere: “Ho dipinto il mondo che vorrei/ sotto un cielo senza guai/ fatto apposta per noi” (“L’indomani”).