di ROBERTO CASELLI
"I tarocchi, come metafora dell'attuale realtà sociale, del cantautore metalmeccanico"
Un concept album sugli arcani maggiori? Sì, ma con un'elaborazione simbolica particolare e contestualizzata alla nostra realtà sociale, questo è L'Ora dell'Ombra Rossa, terzo lavoro di Germano Bonaveri. Già la dedica, da cantautore metalmeccanico, alla FIOM e al suo leader Maurizio Landini, ma in realtà "a tutti coloro che lottano contro la vergogna di questo sistema immorale" la dice lunga su ciò che ha convinto Bonaveri a scrivere queste canzoni. Ogni arcano trova una perfetta tipologia sociale a cui essere dedicato e l'artista bolognese lo fa con durezza, ma anche con talento. Trova le giuste musiche da abbinare ai testi e poichè questi ultimi sono fortemente caratterizzati, la sua consueta vena melodica si fa contaminare dal rock, un rock a volte dall'impatto formidabile, altre volte che lascia il posto ad accenni di hip-hop. E' bravo Bonaveri a scegliere le giuste metafore e a comporre canzoni importanti non solo per le cose che dice, ma anche per la forma lessicale e letteraria che usa. E poi il timbro affascinante della voce che accompagna tutto il disco e lo rende ulteriormente godibile fa il resto. Sfilano così il Bagatto che rappresenta tutti i conformisti che preferiscono adattarsi al sistema per non rischiare colpi di vento, L'Appeso che invece comprende quella schiera di gente disposta al sacrificio pur di ricevere in cambio l'accettazione nel sistema, e poi via via l'Imperatore, il Diavolo, gli Amanti, la Giustizia, fino ad arrivare al Matto, l'unico che si salva perchè "non ha nè numero nè indirizzo". Davvero un bel lavoro. (****)
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