Di Adriana matone (Vai al sito di What's Up!)
Il titolo del nuovo album di Germano Bonaveri, terzo lavoro dopo "Magnifico" e "Scivola via" (con i Resto Mancha), prende ispirazione da "Le città invisibili" di Italo Calvino: così chiamate perché viste con l'occhio indiscreto e curioso del viaggiatore attento che si sofferma su dettagli che ad altri non sono palesi. Dalle "città invisibili" all'invisibilità nelle sue diverse forme ("Clandestino", "Ad ogni inverno") alla solitudine dell'uomo ("Miraggi"), passando per tematiche più intime e personali ("Lettera al figlio", bellissima), il cantautore bolognese ci accompagna con i suoi testi attraverso un viaggio musicale intenso, rabbioso e appassionato, tra influenze jazz, rock, melodie latine e, su tutto, la sua voce potente e partecipe. In questo itinerario tutto scorre liscio senza spigoli e, invisibile, attraversa l'anima. Bonaveri combatte e resiste come un "Ragno" che, tessendo la sua tela, "danza" ancora senza paura tra queste città e questi uomini invisibili che formano il nostro mondo, ormai in declino.