Cenere

(Testo e musica G.Bonaveri)


La vela accoglie il fluire del vento mentre lontano, sul viale,
l'autunnale spogliarsi d'alberi cede foglie alla vita.
Come coriandoli in caduta folle nel carnevale
gl'istanti andati via diventano anni della tua vita.



L'eco lontano delle impressioni grida dal tuo passato,
come la cenere grigio ghiaccio arsa in un rogo antico.
L'impalpabile imprecisione di cio' che e' stato
non lascia traccia quando il presente diventa fuoco.

Eppure, tra quelle particelle friabili di umanita'
potresti leggere storie scivolate anonime nella memoria.
Ogni collina di cenere ha la sua verita',
ogni verita' puo' partorire il vagito di una storia.

Anna che sogna un amore che non puo' sopravvivere
lasciando morire una lacrima dentro allo stagno,
un cane che abbaia alla luna e sembra quasi ridere
di quando cerca un padrone di cui non ha bisogno.

Un padre seduto in un bar, la testa tra le mani
che chiama per nome un figlio gia' fuggito altrove
scacciato dall'insofferenza d'accettar domani
nell'incubo di non potersi re-inventare un dove.

Quegli occhi spalancati e tristi dietro l'avvenire
di un bimbo maltrattato ancora senza una ragione,
qualcuno subira' un futuro da dimenticare
piangendo di una infanzia nuda e senza comprensione...

Son tutte storie come la cenere che sfila piano nel vento,
Si posan quiete come la polvere nei momenti di noia..
forse non e' follia la nostalgia che adesso sento
per tutte le speranze che non sono mutate in gioia.

E mentre autunno rapisce le foglie dimenticate sul viale
tramonta un sole abitudinario sulle nostre solite vite,
mucchi di cenere svaniscono piano senza fare male
figlie di fuochi accesi su storie dimenticate,
e questa cenere scivola piano, nella tua estate.