Citta' Invisibili

Germano Bonaveri : Citta' Invisibili

Kublai Khan, lascia che ti racconti
di una qualunque di cento città,
di come il rosso di certi tramonti
possa far piangere di felicità.
Perso tra i sogni di Marco Polo
ebbe visioni chiare della vita,
l’ispirazione di un momento solo
con quella penna stretta tra le dita.

 

 



Il mio ultimo CD, prodotto da Fabbrica di Parole & musica e Maurizio Biancani, per la produzione artistica di Bonaveri, Biancani, D'Urso e Bruno.

L'ho arrangiato con la collaborazione di Antonello D'urso e Luigi Bruno, e vede la partecipazione di:

  • Lucio Dalla
  • Marco Alemanno
  • Luigi Bruno
  • Antonello D'Urso
  • Nicola Morali
  • Luca De Riso
  • Ivano Zanotti
  • Lele Veronesi
  • Gabriele Palazzi
  • Mario Arcari
  • Maurizio Degasperi
  • Marco Remondini

 

Germano Bonaveri: citta' invisibili

Qui sopra, l'edizione speciale di presentazione stampata in occasione del concerto del Teatro delle celebrazioni del 10 marzo 2010.
E' una copia da collezione, richiedibile via e-mail (Scrivetemi) al costo di 25 euro in quanto tiratura limitata.
 
 
 
Il disco si compone di 13 tracce:
  1. Danza
  2. Dialogo
  3. Le citta' invisibili
  4. Controvento
  5. Miraggi
  6. Clandestino
  7. Onde
  8. Il ragno
  9. Ad ogni inverno
  10. Lettera al figlio
  11. Reverse
  12. Noel
  13. Danza (adieu)
Potrete ascoltarne un estratto su itunes ed eventualmente acquistarlo, oppure ordinarlo presso Rusty records, Rugginenti editore.
 
Le canzoni:

DANZA
Una canzone sulla vecchiaia, oggi relegata al ruolo di malattia da nascondere dietro bisturi, creme di bellezza e trucchi. A differenza dei tempi antichi quando la maschera del vecchio era la maschera della saggezza, da esibire con fierezza, oggi l'anziano è una merce da parcheggiare al supermercato. L'invisibilità causata nel nostro tempo dalla vecchiaia, una canzone sulla consapevolezza e la disillusione, una canzone di possibilità, di contraddizione
che Bonaveri scrive sulla musica di un Antonello D'Urso in estasi compositiva.
Il brano apre e chiude l'album con la sua reprise (danza-adieu) il disco.

LE CITTA' INVISIBILI
Ispirato all'omonimo capolavoro di Calvino, il brano riprende momenti biografici dello scrittore (l'infanzia a Villa Meridiana, il "lancinante mondo umano" della guerra vissuta come partigiano ed altri riferimenti che gli ascoltatori più attenti sapranno cogliere) intrecciandoli con alcune città simboliche del libro (Despina e Bauci), il tutto sotteso dal tessuto di ambivalenza tra reale e irreale che le città invisibili tratta.
Apre il brano una lettura di Marco Alemanno, tratta da "Le città invisibili" di Italo Calvino

CONTROVENTO
(Lucio Dalla al clarinetto)
La rinuncia al conformismo, l'aspirazione alla libertà, la presa di coscienza di un uomo di fronte alla pochezza culturale e quindi la lontananza gettata come una trincea nel campo di battaglia della nuova era tecnologica.
L'invisibilità dei non allineati, degli indipendenti, dei senza-casa.

MIRAGGI
Una canzone di amore in fuga, di abbandono e di sopravvivenza. Si può essere lasciati semplicemente permettendo che inesorabilmente accada, come scelta per una liberazione consapevole. Qui e' l'invisibilità più atroce, quella di due anime che si possono perdere di
vista fagocitati dal non ritmo della schizofrenia moderna.

CLANDESTINO
Uno sguardo alla diversità e a tutti i clandestini del mondo.
Anche i clandestini in terra propria, gli emarginati. Una canzone che fa l'eco a "delle diversità" del disco precedente.
L'invisibilità di ciascuno di noi, estraneo e clandestino in un mondo di disvalori.

ONDE
Una canzone esistenziale sulla solitudine e la paura inconscia di fronte all'incertezza del domani di ciascuno di noi. L'invisibilità del futuro, con le sue ombre e le sue nebbie.

IL RAGNO
Il ragno e' tutto ciò che nella nostra epoca lotta, trama, gestisce e sacrifica sé e gli altri per il potere. La mosca, ogni persona che per ignoranza sceglie di fingere di non sapere, o semplicemente lascia che tutto accada. Un monito ed un presagio dell'autore.

AD OGNI INVERNO.
La canzone più poetica del disco, nata come poesia e finita in musica. Una canzone sul tema della vita e del vivere, una canzone metafisica.

LETTERA AL FIGLIO
Il testamento musicale di questo disco. Una sintesi del pensiero di Bonaveri sul senso dell'esistere e del resistere.
Una canzone partigiana.
L'invisibile qui e' il bambino che sta dentro di noi, e che proteggiamo dall'esterno, cullandolo con materna comprensione ed accettazione.

NATALE
Scritta la notte di Natale del 2008, una canzone scritta di getto. La traccia vocale è quella registrata la notte stessa per fermarne il senso.
L'invisibilità di tutti quelli che soffrono, dei dimenticati, dei bimbi di tutti i “terzo mondi” del pianeta inclusa anche la nostra città, distratta e superficiale.
 

Hanno detto di CITTA' INVISIBILI:

 
"...Vestita indistintamente con abiti folk, jazz e world, ogni canzone da Danza a Controvento, Clandestino, Miraggi, Onde, Il ragno, Lettera al figlio sino a Reverse coglie le problematiche quotidiane, le elabora in poesia e le racconta in musica attraverso una voce possente che tocca
l’animo di chi l’ascolta portando a galla quelle emozioni che la vita riserva ad ognuno di noi. I tredici brani sono una sorta di viaggio attraverso le numerose "invisibilità" che ci circondano e invitano alla riflessione. Un perfetto esempio incorniciato nella bacheca dei grandi cantautori italiani…"
Sergio d'Alesio / SUONO Nov 2010

“Finalmente un cantautore che ha il passo di Fossati, le voglie di Conte e il breviario di De Andrè, ma che vive tutto con bella personalità. Un figlio dei nostri tempi che ha mandato a memoria la lezione dei grandi. E di Calvino.”
Massimo Cotto / MAX di Ottobre 2010

“Il secondo album solistico di Germano Bonaveri, CITTA' INVISIBILI, e' senza
dubbio uno dei migliori esempi recenti di canzone d'autore "classica".
Impossibile non approfondire.
Federico Guglielmi / IL MUCCHIO  Ott 2010

”E’ il suo terzo lavoro, dopo Magnifico e Scivola via (con i Resto Mancha). Un’opera matura, completa. Bonaveri scrive e canta canzoni perché ha cose da dire. Bonaveri è di parte e non lo nasconde. Non tace. Un gran bel disco che a noi è piaciuto molto.”
G. Boccardo, Creuzadema
 
 
“Città invisibili, il nuovo disco del cantautore bolognese e’ la folgorante risposta di chi non si arrende, di chi pensa si possa vivere in un paese lontano dalle vergogne e sciatterie quotidiane. Bonaveri, al suo terzo disco, e’ cresciuto, lascia da parte qualche slogan di troppo, invettive e moniti. Si fa trasportare dal vivere quotidiano per mettere a fuoco l’invisibilità’.”
Cesare Vanzella, www.agi.it 
 
 
”La presenza di Bonaveri sul palco infonde nelle persone un senso di benessere emotivo e di libertà infiniti. Il cantautore accompagna le sue canzoni con mimica, gestualità ed una bellissima voce, forte e decisa. Nelle sue canzoni e nella sua musica è riconoscibile un “Poeta Contemporaneo”, che non ha timore ad esprimere in modo spontaneo le sue riflessioni sulla società di oggi, senza dimenticare i sentimenti e le emozioni che accompagnano da sempre l’esistenza. Questo poeta della vita ha tantissimo da dire e sa come farlo con estrema naturalezza e originalità.”
Genziana Ricci www.genzianatraifiori.it art news & collaterals

”Perché Bonaveri (e lo dicevamo già anni fa) quando scrive sa cosa sta scrivendo ed ha sempre cose interessanti da dire. Ascoltiamolo senza paraorecchie. Sono parole che fanno bene al cuore. Sono musiche che fanno respirare. Sono canzoni da portare con noi.”
Giorgio Maimone, Brigata Lolli  

“Germano Bonaveri, un’infinita idea di libertà e originalità” Isa Tamagnini (Officinewort.it)   “Con Bonaveri, la parola cantautore riprende quota” Cesare Vanzella - AGI (Agenzia Giornalistica Italiana)   “Dalla sua Bonaveri ha infine una voce potente, timbricamente compatta e pulita, che si presta a veicolo preferenziale di espressione delle proprie idee” Kataweb Musica   ”Germano Bonaveri e’ un artista della re-esistenza, cosciente che il successo ha un prezzo da pagare all’industria del consenso, e che dobbiamo cambiare la musica”
Edoardo Kanzian (Giornalista - Il pane e le rose, Premio Tenco)

“Questo cantautore le qualità migliori che un artista possa avere le ha: originalità, bella voce, gestualità. Tutto.”
Davidia (dal blog Davidia storie di un cuore qualsiasi) marzo 2009

“Voce da cantautorato colto e musiche fuori dal tempo che profumano di Jazz, Blues, Sudamericana e suonate come dio comanda."
Maurizio Bianchimano (www.bianchimano.com) 2009

"Le canzoni di Germano Bonaveri sono metafore sulle contraddizioni del quotidiano, squarci disillusi sull'Italia e sul vuoto morale dilagante"
Il Corriere della sera maggio 2007

"Germano Bonaveri è una persona che canta perché  ha qualcosa da dire. Ed è un piacere ascoltarlo"
bielle.org