CLAM DIES TINUS vuole dire "colui che teme la luce, che trama nel buio". Le parole giungono come coltelli conficcati nella schiena di chi e' in fuga da una terra inospitale cercando semplicemente di sopravvivere.
Non e' difficile capire. Non lo sarebbe se avessimo ricevuto una educazione emotiva capace di farci commuovere, capace di smuovere quell'istinto altrimenti naturale di solidarieta'. Quelle anime che attraversano il mare non lo sanno, ma vengono considerate uno strumento politico : il leader libico ha minacciato di "cambiare la politica dell'emigrazione", se ci azzardiamo a rompergli i coglioni, capite? In buona sostanza ha minacciato di sospendere quella strategia di morte e terrore che si serve anche dei camion che obbedienti gli abbiamo donato per poi lasciare che quei poveri esseri umani vengano ad infastidirci mentre col SUV andiamo a fare la spesa nel negozio di cibo etnico a 50 metri da casa.
Non so quanto vi convenga venire qui. In fondo, siamo complici della vostra sventura, siamo cosi' dannatamente collusi da risultare solo meno sfacciati di chi la democrazia l'ha assassinata per strada, davanti agli occhi di tutti.
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