L'albero,
le sue radici a stringere il mondo
e le fronde aggrappate al cielo.
Il fiore tra le sue braccia posato
ad aspettare un raggio di sole.
Piange l'esile creatura
anelando uno strale
che non filtrera' neppure quando
un vento deciso verra' a smuovere quella verde,
totale,
sovrastante immensita'.
La corteccia dell'albero
canta il ruvido sentimento,
il tronco contorto l'asprezza del rimorso
e lacrime di resina ad implorare
la frescura di un'ombra negata.
Cosi' e' nostra vita,
questo strano soffrire sottile d'alberi e fiori
piantati chissa' dove dal caso,
talvolta strappati dal vento,
sempre recisi dal tempo:
primavere sfilano veloci
sotto lo stesso distratto cielo.