Cambio pelle,
stasera.
Indosso il sorriso migliore
e pettinando il mio riflesso
sporco di fumo e rossetto,
chiudo l'altro me tra le quattro mura.
L'utero dell'ascensore
e' un sordo amplesso
che mi vomita in strada,
ma la noia che dura
s'incrocia ai semafori
accanisce il mio gridare.
Non riconosco il mio sguardo,
distrattamente scivolato al retrovisore,
mentre la puttana sorride piano.
Sono giochi di frizioni:
lasciare un pedale e partire,
lasciare un amore
che non sa sopportare.