Trascorrono inesorabili attimi
come sabbia di clessidra precipita nel vuoto.
Senza infinito si consumera',
poiche' mano non verra'
a rigirare le ampolle vitree del mio vissuto.
Scivolando,
dolcemente in oasi di pace,
ritroveremo verita' di noi,
illuminati dal fatuo fuoco
delle cose vere
che di semplicita' arde,
consumando umane finzioni
ed inesauribili speranze.
Ogni particella di cenere
tingera' di nero l'illusione,
macchiando ed occultando l'ombra dell'uomo.
Ansimi, tensioni, rabbie.
Lacerazioni temporali
in fuga da questi universi paralleli
che sono l'altro, l'amico,
fratelli di dolore che non ti cercheranno,
piccola creatura casuale,
nell'ora in cui l'ultimo granello si tuffera',
annientandosi,
nel magma spento del tuo passato.
Ora riguarda la spiaggia,
l'infinito agglomerato di clessidre
rotte dalla vita stessa,
che per sua natura ancestrale corre,
e correndo scorre,
su rive immemori ed immobili dell'altrui passato,
lambite da fertili mari
che divorando rena ricreano,
perpetuano,
e rinnovando perpetrano
questo ciclo infinito
di sabbie in caduta.