Solitario,
il tramonto scompare in una lacrima
che con la terra calda di questa collina
s'impasta felice.
Pace.
Quiete.
Rintocchi il battito del cuore,
a scandire un tempo
che vorrei non esistesse.
Immobile,
taciturno come il mio vero me,
vorrei che le curve iperboliche dello spazio
annichilissero,
esauste e serene.
E mentre i sensi ascoltano musiche,
gli occhi frugano nella memoria,
le mani sfiorano una sensazione,
tutto lento fluisce
verso una certezza lontana.
Vicina.
Presente.
Qui, ovunque...
nelle albe viste da quaggiu',
nei mezzogiorni chiari di brina invernale,
nei tramonti che profumano di caldarrosta
d'un centro cittadino troppo indaffarato,
finalmente troppo indaffarato
per notare quattro bastoni
che sconfusionati incedono.
Mille scale,
quasi tutte in salita
in queste citta' sdraiate sulle mie ferite.
Una dolce discesa,
lieve infiorata
e colorata da mille battere d'ali
porta alla collina
dove brilla la luna.